Il simbolismo dello spazio grafico

Scrivendo, ciascuno di noi ripropone sul foglio il proprio vissuto intriso di emozioni e affettività. Nel suo andamento verso destra (proprio della scrittura) ciascun uomo interpreta il futuro sulla base del vissuto e delle emozioni.

La destra indica il futuro (il Padre simbolico, la progressione, l’Io sociale) e la sinistra il passato (la Madre simbolica, l’origine, l’Io intimo). La parte centrale della scrittura (la zona media delle lettere) rappresenta invece l’Io, il momento presente, l’oggi, il quotidiano. La scrittura occupa però anche le due estensioni supero-inferiori del foglio che corrispondono ad altrettante interpretazioni.

Ciascuna rappresentazione grafica (anche quella espressa dal disegno) occupa i cosiddetti quattro spazi pulveriani, che per comodità didattica indichiamo con una croce, la celebre croce di Pulver, appunto (Fig. 8).

Fig. 8 – Croce pulveriana del simbolismo spaziale

Alla luce di questo schema possiamo affermare che lo sviluppo della scrittura nella zona alta dello spazio grafico rappresenta la spiritualità, il pensiero, l’intelletto, gli ideali, la fantasia, l’immaginazione, così come in alto sta ciò che è eterico, spirituale, immaginativo. Lo sviluppo della scrittura nella zona inferiore riguarda invece la materialità, le passioni, la pesantezza, così come è vero che in basso si trovano le pulsionalità, le infernalità, la sporcizia. Nella zona media – come già sopra accennato – si manifesta invece la quotidianità, la rappresentazione dell’Io, le azioni dell’uomo che interagisce nel mondo presente.

Riferendoci alla psicologia freudiana potremmo parlare per analogia di SuperIo (alto), Io (centro), Es (basso).

Fatte queste debite premesse analizziamo i simbolismi degli spazi grafici dal punto di vista grafologico. Vediamo quindi le modalità di occupazione del foglio che rappresenta l’ambiente in cui viviamo ed interagiamo con gli altri.

SEGRETO n. 14: lo spazio grafico rappresenta l’interiorità dell’individuo: in alto troviamo ideali e aspirazioni, in basso pulsioni e istinti, al centro l’uomo nella sua quotidianità.

Il simbolismo dei margini

La scienza grafologica distingue diversi tipi di margine, ma sostanzialmente essi si dividono in due grandi gruppi: regressivi e progressivi. Questi a loro volta possono essere crescenti, decrescenti, aderenti, frastagliati, irregolari, a seconda di quale orientamento assumono nel contesto del foglio.

L’involuzione o regressione dell’Io (e quindi dei margini) si manifesta graficamente con un ritorno verso l’origine, la sinistra del foglio.

In presenza di un margine sinistro crescente (vedi fig. 9) gli studiosi di grafologia ritengono che il soggetto scrivente viva dei conflitti emozionali che lo riportano al passato, a una chiusura, a un blocco che gli impedisce di proiettarsi spontaneamente nel futuro.

Fig. 9 – Scrittura con margine sinistro decrescente (regressione). La grafia però è nel suo complesso progressiva per altri segni come Pendente e cenni di Slanciata (non visibile)

 

Il margine è invece ampio (vedi fig. 10) quando l’autore della grafia lascia una certa distanza tra il lembo sinistro del foglio e l’inizio della scrittura.

Fig. 10 – Margine sinistro ampio (distanza dal passato, desiderio di progressione, qui tuttavia frenato da accuratezza grafica e sostenutezza di gesto. Segni grafologici Dritta e Aste rette)

 

È progressivo quando la grafia si orienta verso la destra (il futuro, il padre simbolico). In questo caso ci troviamo di fronte a un’accelerazione ritmica che comporta una tensione muscolare verso destra propria del segno grafologico morettiano Slanciata che andremo a studiare nei capitoli relativi al ritmo.

Infatti, quando il gesto scrittorio è più veloce, la scrittura occuperà quasi completamente lo spazio grafico, spingendosi fino ai margini del foglio.

Fig.11 – Scrittura con margine destro frastagliato (conflitti)

Esiste infine un margine aderente (adiacente ai margini del foglio) e frastagliato (destro o sinistro). Quest’ultimo indica una certa vivacità temperamentale e un’alternanza di umori; spesso può indicare titubanza di orientamento che a seconda dei casi, può andare verso destra o sinistra (verso il futuro in progressione o verso il passato in regressione).

Fig. 12 – Scrittura con margine sinistro aderente o allineato (riduzione)

 

SEGRETO n. 15: esistono due gruppi di margini: progressivi e regressivi, che a loro volta possono essere allineati, frastagliati, crescenti, decrescenti, regolari, irregolari ecc.

I principi fondamentali della grafologia

Già dalla prima occhiata possiamo subito notare la forma e l’andamento di una scrittura. Può essere curvilinea (cioè con forme rotondeggianti nelle lettere e nei collegamenti), oppure angolosa (con angoli più o meno appuntiti sia nelle lettere che nei collegamenti).

Non servono grandi studi grafologici per riconoscere se uno scritto è ad andamento curvilineo o angoloso. In linea di massima anche i neofiti riconoscono queste grafie. Ma non sempre è facile valutare il grado di angolosità e curvilineità delle scritture e metterlo in relazione con gli altri segni dominanti per tracciare un’analisi grafologica fedele.

La combinazione dei segni, infatti, costituisce l’aspetto più complesso dello studio della scrittura e il grafologo non può prescinderne, perché, diversamente, il suo lavoro sarebbe impreciso e non darebbe una descrizione veritiera dei tratti di personalità analizzati.

SEGRETO n. 16: nella grafologia i dettagli di una scrittura non vanno mai esaminati singolarmente, ma devono sempre essere considerati in relazione gli uni con gli altri.

Gli angoli, in un grafismo, manifestano una reazione all’ambiente, un atteggiamento di impatto con il mondo circostante.

Le grafie angolose sono di per sé più dinamiche rispetto a quelle curve perché l’angolo attiva l’azione, come anche la coscienza di Sé e l’individualismo. L’equilibrio fra le componenti curvilineità e angolosità in una scrittura deriva dal grado medio sia degli angoli che della curva.

L’uomo agisce secondo atteggiamenti cosiddetti temperamentali, dettati dall’istinto e dalle necessità primarie, ma le sue scelte avvengono anche in funzione di condizionamenti ambientali, sociali, familiari. Ciascuno di noi possiede quella che in psicologia conosciamo come sovrastruttura temperamentale, la quale esprime gli aspetti caratteriali, cioè le modalità di reazione in una specifica situazione.

Il carattere in qualche modo trasforma il temperamento innato a causa dell’ambiente e del vissuto ed è per questo che diviene sovrastruttura cioè alterazione del temperamento. La personalità, il temperamento, il carattere di qualsiasi individuo è riscontrabile e ricostruibile, oltre che attraverso specifici test psicologici (quantitativi e qualitativi), anche per mezzo dell’esame grafologico.

I segni grafici personali e individuali indicano quali atteggiamenti l’individuo manifesti nell’ambiente e nel tessuto sociale attraverso la sua calligrafia.

Nel corso del nostro studio considereremo le specie dei segni grafici secondo la grafologia morettiana. Ne indicheremo i significati semplici e complessi, ma considereremo anche le implicazioni di ordine psicologico per comprendere la dinamica del segno stesso e le sue motivazioni più profonde.

Incominceremo con la prima categoria di segni, quelli riguardanti la curvilineità e l’angolosità.

RIEPILOGO DEL CAPITOLO 3:

  • SEGRETO n. 14: lo spazio grafico rappresenta l’interiorità dell’individuo: in alto troviamo ideali e aspirazioni, in basso pulsioni e istinti, al centro l’uomo nella sua quotidianità.
  • SEGRETO n. 15: esistono due gruppi di margini: progressivi e regressivi, che a loro volta possono essere allineati, frastagliati, crescenti, decrescenti, regolari, irregolari ecc.
  • SEGRETO n. 16: nella grafologia i dettagli di una scrittura non vanno mai esaminati singolarmente, ma devono sempre essere considerati in relazione gli uni con gli altri.

Estratto dal Libro GRAFOLOGIA – Analizzare i Segni della Scrittura per Comprendere Personalità e Attitudini” (Bruno editore 2010).

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