La verifica dei Testamenti olografi
Quando il perito grafologo è chiamato a verificare l’autenticità di un testamento olografo deve attenersi ad una metodologia precisa che di seguito vi presentiamo nel dettaglio.
- Osservazione del documento in se a prescindere dalle comparative, per valutare la credibilità, genuinità, spontaneità. Questa prima verifica è utile per poter stabilire già in via preventiva se possono sussistere elementi di disomogeneità e incoerenza tali da sospettare che possa esserci stata una contraffazione. E’ necessario osservare la scheda testamentaria nell’interazione tra le sue principali componenti grafiche (ritmo, pressione, gesto fuggitivo) ma anche negli idiotismi e nei contrassegni che costituiscono gli elementi grafici individualizzanti di ciascuna mano scrivente. L’osservazione del documento include perciò la modalità dei collegamenti, i gesti tipo personalizzati, la modificazione e personalizzazione del modello calligrafico, le vezioni di ingombro superiori e inferiori, oltre ai rapporti che sussistono nelle larghezze delle lettere, tra le lettere e tra le parole, i punti di intersezione dei grafemi come la “l”, la costruzione eidetica delle lettere in rapporto al modello, i movimenti formativi delle lettere, gli aspetti stilistici, l’assetto sul rigo, la tensione grafica in rapporto al ritmo e alla velocità della scrittura, i gesti parassitari, le prese di inizio, il tipo di conclusione dei grafemi, l’accentazione, la punteggiatura, i trattini di divisione (spesso visibili nella data), i gesti fuggitivi, gli elementi pressori con particolare riferimento ai segni Intozzata 1° modo e 2° modo, il quantum energetico (pressione), gli eventuali errori ortografici, le deviazione dei tratti, gli elementi extragrafici, come ad esempio il lessico utilizzato dal de cuius per redigere le sue ultime volontà in rapporto alla sua scolarizzazione.
- Anamnesi personale del testatore, che prevede la raccolta di tutte le certificazioni mediche disponibili e che possano giustificare eventuali fenomeni di disgrafia originata da patologie di varia natura come ad esempio quelle di Parkinson, di Alzheimer, ecc. o per valutare la presenza di particolari fenomeni grafici dovuti a patologie che richiedono periodi di convalescenza (ad esempio dopo operazioni chirurgiche) o alla presenza di malattie che compromettano un uso corretto degli occhi (elemento visuo-spaziale di orientamento delle lettere sul foglio), degli arti anche in relazione alla motricità e alla autonomia nel sapersi gestire nel momento dell’atto compiendo cioè durante la stesura delle ultime volontà. E’ bene raccogliere molta documentazione clinica in modo da svolgere un’analisi approfondita dei vari fenomeni grafici in rapporto alla genesi delle malattie e in ordine alle tempistiche con cui queste ultime si sono manifestate, tenendo conto che la scrittura può cambiare anche nell’arco di pochi minuti se intervengono fattori disabilitanti giustificabili da patologie croniche o da condizioni oggettive soggettive che modificano la scrittura (ad esempio stati emotivi di ipotonia o ipertonia, cali umorali, depressioni, agitazione, ansia, ecc.). La comparazione della scrittura del de cuius dovrebbe essere messa in relazione con la documentazione fornita e tenere comunque conto che determinate grafo patologie rilevate sul testamento anche se non illustrate dai certificati medici, possono originarsi anche improvvisamente. E’ il caso degli stati ansiogeni e dei cali umorali.
- Osservazione del documento in rapporto al punto 1 per stabilire se all’interno della scheda testamentaria possono essere presenti fenomeni di disomogeneità nelle varie categorie grafiche tali da non rendere credibile il testamento. Si rileva la modalità di costruzione delle lettere (il movimento formativo, la personalizzazione di alcuni grafemi come la “r”, la “t”, la “g”, la “f”. Se ad esempio alcune “effe” sono vergate a laccio e altre no, bisognerà valutare se il fenomeno è legato alla variabilità grafica dello scrivente o se il gesto identificato è da ritenersi individualizzante dell’impronta grafica dello scrivente e se questo fenomeno desta sospetti in ordine al possibile intervento di mani scriventi diverse che abbiano potuto mettere in atto qualche tipo di falsificazione (imitazione per ricalco, lenta o pedissequa o imitazione di getto). Anche le disomogeneità degli aspetti pressori sono importantissimi ai fini dell’identificazione della credibilità-coerenza dei vari elementi grafici. E’ chiaro che se nel documento sono presenti diverse modalità di distribuzione dell’energia, il sospetto di una contraffazione potrebbe essere fondato. Il ritmo e la velocità di stesura sono elementi qualitativi e sostanziali per stabilire, fin da questa prima analisi preliminare, se può esserci stato l’intervento di mani scriventi diverse da quelle del de cuius. Questa analisi permette di formulare già una prima ipotesi di lavoro, la quale va comunque confermata nel confronto tra la scheda testamentaria in verifica e le scritture di comparazione disponibili.
- Confronto con le scritture comparative, per stabilire eventuali uguaglianze o diversità di valore probatorio che permettano di giungere ad una oggettiva conclusione peritale di autografia o di apocrificità del documento oggetto di verificazione. Le scritture di raffronto dovranno essere in numero adeguato, omogenee e coeve alla data di compilazione della scheda testamentaria in verifica. Mancando anche uno solo di questi requisiti, il giudizio attributivo dovrà essere espresso sempre in termini di probabilità e mai di certezza tecnica. Alcuni grafologi sostengono che in perizia grafica non è possibile parlare di probabilità perché questa inerisce solo dati statistici. Noi non siamo per nulla d’accordo con questa conclusione e ricordiamo che persino il celebre Bruno Vettorazzo si esprimeva in termini di probabilità nelle sue consulenze peritali grafologiche. Ho avuto modo di frequentare tutto il tirocinio pratico presso il suo studio, ho collaborato con lui in più di un’occasione e ho letto molte delle sue perizie che spesso concludevano con un giudizio di probabilità.
- Giudizio attributivo che riguarda le tre componenti indispensabili del testamento olografo e cioè la data di compilazione, il testo delle ultime volontà e la sottoscrizione. Mancando anche uno solo di questi elementi, il testamento non è olografo ed è possibile invocarne l’inefficacia dal punto di vista giuridico. Il giudizio va espresso in termini di possibilità, di probabilità e di certezza tecnica a seconda dei risultati emersi durante l’indagine.
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