Cos’è la firma, quali significati assume a livello sociale e soprattutto dal punto di vista peritale?
Possiamo affermare che la firma traduce un atto di volontà sociale. Quando si stipula un contratto, un accordo di tipo economico o commerciale, questo è solennizzato dalla firma. Essa è il simbolo grafico di una volontà di costituire un patto con altri.
Per Aurelio Valletta la firma è “lo specchio più fedele dell’anima, cioè il gesto espressivo capace di rivelare la personalità umana…”.[1]
Il Crepieux-Jamin affermava che “la firma è il sigillo della personalità”, mentre Alessandro Csanyi annota che “nella firma siamo più vicini alla scrittura vera, perché l’uomo nelle firme da tutto di sé, senza riserve”.[2]
Possiamo certamente concordare con l’eminente studioso, perché se è vero che la firma è il luogo della massima espressione di se, soprattutto dal punto di vista della spontaneità grafica, non abbiamo dubbi nel ritenere che essa costituisca ciò che realmente l’individuo sente di essere nel profondo di se stesso, nella parte più intima della sua personalità.
Oscar del Torre[3] afferma che la firma per molti grafologi non è altro che “una sintesi della personalità” del soggetto scrivente. Per altri è “una pura emanazione di un automatismo acquisito”. La firma infatti è costituita da una gestualità grafomotoria che ha caratterizzazioni più individualizzate rispetto ad un testo corrente. Nell’atto di tracciare la firma c’è un’involontarietà del gesto grafico. Infatti non è possibile alterare la propria firma[4].
Le parole che compongono il nome e cognome si tracciano molto più frequentemente di qualsiasi altra parola ed è per questo che la firma appartiene appieno al soggetto che la traccia. E’ un suo sigillo e può essere spesso personalizzato.
Renata Azzarello afferma che la firma spontanea “è un’istantanea espressione di noi stessi, come siamo e come ci vogliamo rappresentare in un determinato momento”.[5]
Sull’argomento i grafologi hanno diversità di vedute. Alcuni considerano la firma un’espressione grafica che può rivelare dati importanti in ordine alla personalità del soggetto, altri – come ammette lo stesso Del Torre – non le annettono che uno scarso significato.
Tutti noi siamo concordi nell’affermare che grafologicamente, da sola, la firma non può dirci nulla. E’ nel contesto dello scritto preso in esame che può essere interpretata[6].
Spesso è un “mezzo di mimetizzazione, qualche volta di imitazione”.[7]
Siamo convinti infatti che dietro questo gesto caratteristico ed individualizzante ci si possa in qualche modo nascondere, ammantare. L’esperienza ha dimostrato che sono frequentissime le firme oscure e poco leggibili, tracciate con automatismo libero e incondizionato.
Alcune persone non prestano nemmeno molta attenzione nell’atto del firmare e tracciano gesti spontanei e veloci che ne compromettono la leggibilità.
Non è raro incontrare persone che firmano come scarabocchiano o che la loro firma o sigla sembra un vero e proprio scarabocchio. Questo elemento ha grande interesse ai fini dell’identificazione di mano tra firme contestate e potrebbe essere interessante in fase di realizzazione del saggio grafico, far eseguire al sospettato di falso anche uno scarabocchio, oltre alla sua firma abituale o altri scritti di comparazione.
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[1] Da Valletta Aurelio su Scrittura.
[2] Da Valletta Aurelio su Scrittura.
[3] Grafologo consulente. E’ suo lo studio dal titolo “Interpretazione grafologica della firma”, apparso su Scrittura.
[4] Di qui la grande difficoltà riscontrata dai falsificatori nel l’atto di imitare una firma che abbia caratteristiche grafologiche estremamente individualizzanti come contrassegni particolari, connotati specifici, gesti personali rari e di difficile imitazione.
[5] Azzarello Renata, da Scrittura.
[6] Soprattutto dal punto di vista psicologico. Essa evidenzia infatti particolari dinamiche solo se viene messa in relazione con il testo corrente. Escludendo rilievi e perizie di tipo giudiziario operate sulle firme, quest’ultima acquista proprietà grafodiagnostiche solo se viene considerata nel contesto in cui si trova. La ragione stà nel fatto che di solito la firma è diversa dal testo e se c’è omogeneità fra firma e testo il grafologo non può dire molto sulla personalità del soggetto scrivente. Se invece è del tutto o parzialmente diversa acquista significato a livelli grafodiagnostici.
[7] Oscar del Torre, op.cit.